Paola Madormo vive e lavora con l’Arte Contemporanea a Venezia.
Per Paola Madormo la visione spaziale del mondo delle forme è come un bosco, in cui tutte le cose sono costituite di coscienza, ma crescono solo quando incontrano l’esperienza viva di una nuova sensazione, un suono, un raggio di luce, una goccia d’acqua ed infiniti altri elementi di ritorno, che prendono “in essere” stupore e corpo. Osserva “l’inesplorato” mentre incontra nuove concretezze conosciute, ovvero l’opera realizzata con materiale inusuale ma che interpreta spesso forme conosciute. Il Conosciuto è visto come dialogo. La scultura in senso classico si libera del suo essere statua, perdendo la pesantezza, la consistenza, si porta al momento primo della sua analisi, nella delicatezza dell’ipotesi di una futura opera. Il metallo restituisce la lunghezza d’onda di ogni colore percepito, dove la parte materica crea forma tramite la rete, che porta lo sguardo dell’osservatore al disegno dei frattali, alle catene molecolari che compongono gli elementi attorno a noi, mentre la parte vuota si dedica alla sospensione dello spazio cercando di dissolversi nell’universalità del tutto che ci circonda.